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Con la presente è intendimento dello Studio approfondire le importanti novità apportate dalla più recente normativa in materia di parità uomo – donna.

In particolare la legge n. 162/2021, nell’apportare modifiche al “Codice delle pari opportunità”, ha inteso favorire una maggiore sensibilizzazione per ridurre il divario tra uomini e donne sul posto di lavoro, prevedendo una serie d’interventi e premialità per le azioni aziendalmente poste in atto.

 

 

Il Rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile relativo al biennio

L’art. 3 della legge 162/2021 riduce da 100 a 50 dipendenti il limite dimensionale per il quale le aziende pubbliche e private devono redigere ogni due anni un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile.

Con apposita Nota del 04.04.2022 il Ministero del Lavoro ha fornito le indicazioni per l’invio di tale rapporto, da effettuarsi esclusivamente in modalità telematica utilizzando l’applicativo predisposto accessibile al portale www.lavoro.gov.it. Copia dovrà inoltre essere trasmessa, a cura delle aziende, alle rappresentanze sindacali aziendali.

Il termine di invio è individuato, per il biennio 2020/2021, al 30 settembre 2022.

I successivi invii andranno effettuati al 30 aprile successivo la scadenza di ciascun biennio.

I dati da inserire che compongono il rapporto comprendono:

  • numero dei lavoratori occupati distinti per sesso, con indicazione delle retribuzioni iniziali, l’inquadramento contrattuale e la funzione svolta da ciascun occupato;
  • importo della retribuzione complessiva corrisposta, delle componenti accessorie del salario, delle indennità, dei bonus;
  • modalità di accesso al rapporto da parte dei dipendenti e delle rappresentanze sindacali
  • informazioni sui processi di selezione;
  • Le eventuali misure previste per la conciliazione vita – lavoro.

Nel caso in cui le imprese non provvedano ad inviare il rapporto e “l’inottemperanza si protragga per oltre i 12 mesi”, è disposta la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro verificherà la veridicità dei rapporti aziendali presentati e, nel caso di rapporto mendace o incompleto, applicherà una sanzione amministrativa da € 1.000 a € 5.000.

Il rapporto è inoltre elemento obbligatorio per la presentazione di domande di partecipazione o per l’offerta in gare pubbliche a valere su risorse del PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) e del PNC (Piano Nazionale Complementare).

Le aziende che occupano fino a 50 dipendenti possono effettuare l’adempimento su base volontaria.

 

La Certificazione della parità di genere

Dal 1° gennaio 2022 viene istituito un nuovo documento che dovrà attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione:

  • alle opportunità di crescita in azienda;
  • alla parità salariale a parità di mansioni;
  • alle politiche di gestione delle differenze di genere;
  • alla tutela della maternità.

Con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri saranno stabiliti:

  1. a) i parametri minimi per il conseguimento della certificazione da parte delle aziende, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta, alle opportunità di progressione in carriera e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche con riguardo alle lavoratrici madri;
    b) le modalità di acquisizione e di monitoraggio dei dati trasmessi dai datori di lavoro;
    c) le modalità di coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e delle consigliere e dei consiglieri di parità regionali o delle città metropolitane.

 

La Premialità di parità

Circa i benefici conseguenti alle aziende dalla positiva certificazione, l’art. 34 del Decreto Legge 36/2022 introduce la parità di genere all’interno del Codice degli appalti:

  • il possesso della certificazione permetterà alle aziende, in caso di partecipazione ad una gara pubblica, di avvalersi di uno sconto del 30% della garanzia provvisoria;
  • la certificazione della parità di genere viene inserita tra i criteri premiali che le stazioni appaltanti potrebbero indicare nei bandi di gara.

Inoltre la certificazione della parità di genere sarà utile, sulla base delle indicazioni che saranno fornite con un apposito decreto ministeriale in attesa di adozione, per ottenere un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro.

L’esonero introdotto sarà determinato in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di € 50.000 annui per ciascuna azienda, riparametrati su base mensile.

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